La Storia dell' SMS Careggi

La Storia dell' SMS Careggi

Sono trascorsi oltre 115 anni da quando nel Novembre 1897 fu costituita, in questo borgo abitato prevalentemente da operai agricoli e situato in un territorio che, fino al 1911, faceva parte del Comune dì Fiesole, la "Società Mutuo Soccorso fra gli operai di Careggi e villaggi circostanti".

Le motivazioni alla base della costituzione della Società furono principalmente, così come per la maggior parte delle associazioni laiche e religiose che sorsero in quel periodo, di carattere previdenziale/assistenziale.

Le S.M.S. in particolare, che già dal 1886 ebbero riconosciuta la personalità giuridica, si caratterizzarono per la loro impronta laica e soprattutto per l'assenza di intenti rivoluzionari, pur essendo apertamente schierate a fianco del movimento operaio e dei braccianti agricoli nella richiesta di una maggiore giustizia sociale.

La Società garantiva un'assistenza comune, gestita dai soci stessi senza alcun scopo di lucro, contro infortuni, malattie, disoccupazione in un'epoca in cui non esisteva alcuna forma di mutualità.

L'atto di costituzione riporta i nomi di 35 fondatori che furono anche i primi soci effettivi a cui devono aggiungersi altri 10 soci onorari e benemeriti, fra i quali ritroviamo il parroco e i componenti di alcune delle famiglie più facoltose di Careggi.

La prima riunione di Consiglio, svoltasi il 5 Maggio 1898. oltre a definire le varie cariche sociali, provvedette alla emanazione di un regolamento, rimasto in vigore fino al 1922, che stabiliva i comportamenti ai quali doveva attenersi tutto il corpo sociale e delineava l'indirizzo operativo della Società.

Fu costituita la sezione "Assistenza ai malati e infortuni" che suppliva, alla mancanza di reddito dei lavoratori malati mediante un sussidio giornaliero.

Fu data ospitalità alla "Piccola Cooperativa di Careggi e Serpiolle", istituita con lo scopo di creare, con Associazioni limitrofe, un forno consorziale per la produzione e la vendita del pane a prezzi ridotti; i risultati di questo minuscolo ma efficace consorzio,che alla messa in liquidazione, nel 1915, fu sostituito all'interno della Società dalla sezione "Cooperative di Consumo". sono esaltati anche dal periodico della Lega "La Cooperazione Italiana".

Fu inoltre aggregato alla Società il "Circolo giovanile d'istruzione e cultura Marsilio Ficino", organismo già da alcuni anni attivo nella zona e finalizzato, nel nome di uno dei grandi filosofi della Firenze medicea, alla crescita culturale dei giovani; la particolare attenzione ai bisogni dei giovani è manifestata anche dall'effettuazione di corsi di avviamento al lavoro (disegno applicato all'industria per i maschi, taglio e cucito per le femmine) che si svolgevano gratuitamente all'interno dei nostri locali.

Il primo problema da risolvere fu quello di trovare una sede dove potersi riunire; il problema fu risolto grazie ad un socio benemerito che mise a disposizione dei locali, in via di Careggi n. 24,  ad un affitto poco più che simbolico: fu risolto così un grosso problema di sopravvivenza che si protrasse per alcune decine di anni fino a quando cioè non vi fu la possibilità di costruire una nuova sede.

La targa del centenarioAll'interno fu attivato un piccolo bar e con lo svolgimento di attività ricreative si otteneva il duplice scopo di aggregare nel tempo libero i lavoratori e i loro familiari e di ricavare dei fondi che, sommati al versamento annuale di una piccola quota corrisposta dai soci, permettevano la sopravvivenza del Sodalizio. Nel 1909 fu decisa l'apertura di una sezione "Pronto Soccorso" che aveva anche il compito di acquistare e distribuire i medicinali alle famiglie bisognose e nel 1916 fu istituito, in collaborazione col medico condotto, un servizio di ambulatorio (rimasto attivo fino agli anni '80) completamente gratuito per i soci e i loro familiari. Peraltro, al medico, i soci offrivano, a fine anno, chi un pollo, chi un fiasco di vino, chi alcune uova fresche.

A tutto questo possiamo dare un giusto valore ricordando che in quell'epoca non era prevista alcuna forma di assistenza medica.

Tutta l'attività della Società era comunque rivolta, quasi esclusivamente, ad aiutare, nei limiti delle possibilità, quelle famiglie di soci che per molteplici cause venivano a trovarsi in difficoltà. Questi aiuti non erano solo economici ma di varia natura: si assistevano gli anziani rimasti privi di familiari, si cercava di trovare un lavoro ai giovani rimasti orfani, si sostituivano nei campi gli uomini per qualsiasi motivo impediti al lavoro.

Più in generale ci si ispirava ad un forte senso di solidarietà che si manifestava soprattutto nei momenti di bisogno e di conforto: per la morte di ogni socio, ad esempio, era prevista la partecipazione di una rappresentanza della Società con la bandiera sociale e la deposizione di una ghirlanda di fiori sul feretro.

Altre forme di grande solidarietà si ebbero durante la Grande Guerra del '15-'18: in ore prestabilite si alternavano, presso la Società, quei pochi soci che sapevano leggere e scrivere tenendo la corrispondenza fra le famiglie e i richiamati alle armi, essendo gran parte della popolazione analfabeta e si organizzava l'invio di pacchi di vestiario o di prodotti alimentari ai soldati, in guerra o prigionieri. Fu costituito inoltre un apposito comitato, formato dai soci più istruiti ed influenti, per la ricerca di notizie di soldati dispersi.

E' da sottolineare che soprattutto nel periodo bellico l'attività della Società sia nel settore degli interventi assistenziali, sia nella vendita dei generi di consumo, si estende anche ai non soci e coinvolge. tutti gli abitanti della zona.

La Società partecipò attivamente anche al comitato, composto da Associazioni popolari con sede a Rifredi, "Pro famiglie dei richiamati" e costituì al proprio interno,nel 1916, il comitato "Pro albero di Natale" con lo scopo di allestire una festa per i bambini dei soldati soci.

La fine del conflitto con il rientro dei soldati dal fronte e dei prigionieri dai campi di prigionia scatenò, come sempre dopo un periodo di privazioni e di sofferenze, un gran desiderio di ritrovarsi e di gioire insieme. Di quel periodo si racconta che anche l'allora parroco dell'attigua Parrocchia di San Pietro a Careggi, volendo star vicino ai molti paesani che, soprattutto la domenica pomeriggio, si riversavano nei nostri locali, non disdegnava una partita a briscola o a tresette fino all'ora del Vespro quando, alla testa di un corteo festoso accompagnava i fedeli in chiesa per assistere alla funzione religiosa.

Si organizzavano inoltre piccoli concerti con strumenti popolari quali chitarre o mandolini oppure disturnie vocali (cioè canti di poesia) fra i soci dotati di migliore voce ed invettiva.

Questo grosso entusiasmo creò non pochi problemi ai Consigli di Amministrazione che si succedettero in quegli anni a causa della ristrettezza dei locali.

Oltre a ciò proprio in quel periodo si andava delineando il progetto di creare, nella zona di Careggi, quel gran complesso ospedaliero che, di anno in anno, è diventato a livello regionale il più grande ed efficiente centro medico.

Lo stendardoDifficili, contrastate e non prive di preoccupazioni, viste le scarsissime disponibilità economiche, furono tutte le riunioni che si succedettero con all'ordine del giorno la costruzione di una nuova sede: prevalse comunque nella maggioranza la convinzione che non era più procrastinabile la creazione di un ambiente più grande, più attrezzato e più aderente alle necessità del momento.

Il tutto iniziò nel 1920 con la donazione, da parte di una facoltosa famiglia di Careggi, del terreno in via Cosimo Il Vecchio 7; cominciò quindi l'opera di progettazione e di organizzazione dei lavori finalizzati alla realizzazione dell' immobile al minor costo possibile.

Non è possibile in queste poche righe descrivere l'infinità delle iniziative che furono intraprese e che videro coinvolto tutto il popolo di Careggi: è persino difficile, ai giorni nostri, immaginare che la costruzione di un immobile, di oltre 300 metri quadri, su tre livelli, possa realizzarsi col solo volontariato.

La partecipazione al progetto si realizzò nei modi più disparati, dalle offerte in denaro a quelle di materie prime, dalla messa a disposizione di mezzi di trasporto al lavoro diretto.

Le offerte in denaro giunsero sia dalla popolazione di Careggi e dei villaggi circostanti sia da Associazioni affini (anche la nostra Società aveva a suo tempo effettuato sottoscrizioni in favore di altre SMS come quelle di Rifredi e di Serpiolle e della Misericordia).

Le materie prime, che venivano trasportate di notte sfruttando i carri e le bestie che durante il giorno erano utilizzati nei campi, furono donate dai possidenti della zona: il proprietario del bosco di Monterivecchi fornì il legname (che veniva lavorato, sempre nelle ore notturne, in una falegnameria di proprietà di un socio), quello della cava di via di Ca reggi , le pietre e la rena.

Anche la costruzione vera e propria dell'immobile fu effettuata direttamente dai soci (muratori, manovali etc.), senza ricorrere a personale retribuito, se non per particolari mestieri non reperibili fra la popolazione di Careggi che fu talmente coinvolta nella realizzazione di quest'opera tanto che chi non aveva la possibilità di parteciparvi contribuiva con l'equivalente paga di un operaio.

Furono inoltre emesse azioni rimborsabili da Lit. 100 cadauna (una cifra molto alta per l'epoca) senza interessi e senza scadenza di data per il rimborso.

I lavori terminarono nel 1922 quando,con una gran festa che coinvolse tutta Careggi e con la benedizione del Parroco, si inaugurarono i nuovi locali dove ancora oggi la Società vive.

Di tutto questo periodo, come per i successivi, abbiamo volutamente evitato di menzionare nomi o riferimenti a persone o famiglie per non creare classifiche di merito e per il timore di dimenticare qualcuno.

Nel 1922 fu anche emanato uno Statuto che è rimasto in vigore fino a pochi anni fà: leggendolo, ancora oggi, si può apprezzarne la bontà e l'alto senso di correttezza civile che esso esprimeva. Certo che oggi, alcuni articoli fanno sorridere ...

art. 8 Ogni socio, sotto la sua responsabilità, potrà condurre nel locale

sociale le Signore siano esse o no di famiglia       .

art. 10 Non sarà permesso, nelle sale del Circolo usare modi scortesi

verso alcuno, entrare ne trattenersi senza giacca .

Nel nuovo Statuto le attività della Società venivano suddivise in 7

sezioni:

l} Sezione Mutuo Soccorso

2) Femminile del Mutuo Soccorso

3) Assistenza ai malati ed infortuni

4) Circolo di lettura e di convegno

5) Istruzione

6) Cooperativa di Consumo

7) Ricreativa

Ogni sezione era amministrata autonomamente, con un proprio bilancio e un regolamento che ne delineava gli scopi e gli indirizzi operativi.

La sezione femminile, in particolare,formatasi già negli anni della guerra, aveva come scopo il miglioramento economico, morale e intellettuale delle donne, caratterizzandosi per rivendicazioni che interessavano la riduzione dell'orario di lavoro e la pari retribuzione salariale.

Dal trasferimento della Società nella nuova sede inizia un periodo che i soci più anziani ricordano e altri hanno vissuto attraverso il racconto dei loro padri, trovando gli stimoli e la volontà di proseguire la loro opera. Questo periodo che và dalla fine degli anni venti all'inizio della guerra nel '40 è caratterizzato da una massiccia adesione di nuovi soci (oltre 300 nel 1923) principalmente per i seguenti motivi:

1) l'accoglienza dei nuovi locali che per l'epoca erano veramente all'avanguardia;

2) la completa apoliticità che ha sempre caratterizzato il Sodalizio fino ai giorni nostri.

La nostra Società, infatti, ha sempre resistito a qualsiasi pressione esterna diretta a farne sede di partiti od associazioni che nulla avevano in comune con i fini che avevano ispirato i fondatori.

E' doveroso soffermarsi un attimo per ricordare ed esprimere riconoscenza a quei Presidenti e a quei consiglieri che, proprio nel periodo in questione, con abilità e fermezza, hanno sempre respinto inviti, lusinghe e minacce dirette a modificare l'art. 63 dello Statuto ("La Società è apolitica e prenderà parte soltanto a tutte quelle solenni riunioni od onoranze pubbliche quando queste non abbiano carattere politico o religioso" ....) e a far diventare la nostra Società sede del fascio.

Ogni qualvolta, infatti, che veniva imposto al Consiglio e alle Assemblee, dalle organizzazioni fasciste dei villaggi circostanti, un ordine del giorno che prevedeva la modifica dello Statuto, per strana coincidenza mancava sempre il numero legale per svolgere le suddette riunioni: tali assenze erano poi giustificate nei modi più curiosi per evitare ritorsioni.

Nel 1933 si arrivò anche, per evitare rivalse nei confronti della Società, alle dimissioni da Presidente del Consiglio di Amministrazione di un socio non iscritto al Partito Nazionale Fascista.

Anche nel dopoguerra, in piena "guerra fredda", nonostante i grandi contrasti politici che attraversavano tutto il Paese, il nostro Sodalizio si caratterizzò per la completa apoliticità e il pieno rispetto di tutti i soci al di là delle opinioni personali. Ne è testimonianza il fatto che alla dirigenza della Società si sono sempre succeduti i soci più attivi e più capaci indipendentemente dalla loro appartenenza politica: si può ben dire che la nostra sede è stata unicamente "la casa" di tutti gli abitanti di Careggi.

Il periodo successivo alla guerra è già storia recente; la voglia di "vivere" dopo un periodo di lutti e di privazione della libertà portò ad una grande affluenza nei nostri locali anche grazie alle innumerevoli iniziative ricreative fra le quali ricordiamo le gite turistiche, la danza e soprattutto la formazione di una compagnia filodrammatica che, coinvolgendo tutta la popolazione, dette luogo ad indimenticabili serate.

Il clima di euforia e di entusiasmo esistente spinse il Consiglio di Amministrazione in carica, nonostante le ricorrenti ristrettezze economiche,a studiare la possibilità di ampliare le nostre strutture.

Fu così che con grande abilità, nel 1946, il Consiglio riuscì a mettere in bonaria competizione due facoltose famiglie, da sempre residenti a Careggi, una delle quali proprietaria di un grosso appezzamento di terreno attiguo ai nostri locali. Una delle famiglie provvedette infatti ad acquistare dall'altra un lotto di terreno e a donarlo al nostro Sodalizio; la famiglia proprietaria del terreno, di contro, stimolata dal gesto dell'altra nonchè dalla grande risonanza che un atto simile avrebbe avuto in tutta la zona, decise di donarci il rimanente lotto.

Fu così acquisito il terreno nel quale furono creati un giardino e una pista da ballo.

Vogliamo qui ricordare un aneddoto curioso,che ancora oggi è oggetto di discussioni, a proposito della costruzione della pista da ballo effettuata interamente dai soci con materiali recuperati nei modi più disparati. Nel giardino infatti era piantato un grosso ulivo che, mentre oggi è considerata una delle piante più belle ed ornamentali, all'epoca appariva "demodè".

Ben presto l'ulivo diventò un punto di insanabile attrito fra giovani ed anziani: i primi volevano a tutti i costi rimuoverlo, considerandolo non adatto ad una pista da ballo; i secondi si opponevano decisamente, oltre che per la bellezza della pianta, anche per i valori che la stessa rappresentava soprattutto in un ambiente frequentato prevalentemente da persone che erano cresciute nei campi e conoscevano dunque il duro lavoro della terra.

Lunghe sedute di consiglio, grandi discussioni nei nostri locali e nelle famiglie dei soci non servirono a trovare una via di uscita a questa spigolosa questione finchè, nottetempo e all'insaputa di "quasi" tutti, l'ulivo fu trovato abbattuto e reciso alla base. Innumerevoli i litigi, le interpellanze al Consiglio e le minacce di dimissioni che si verificarono in quel periodo; fortunatamente si riuscì a trovare un compromesso per calmare gli animi dei più esagitati: fu deciso infatti di piantare, sempre nel giardino ma in posizione più defilata rispetto all'ulivo, un salice piangente. La storia però non finì quì in quanto, uno dopo l'altro, i vari alberi che venivano piantati morivano quasi subito: alcuni videro in questo la mano del destino, altri la mano ignota di qualche socio.

Dagli anni '50 in poi il nostro Sodalizio ha vissuto i momenti esaltanti e purtroppo anche quelli deludenti di altri organismi affini, riflettendo in questo il tumultuoso cambiamento del contesto esterno verificatosi dal secondo dopoguerra.

Basti ricordare l'avvento della televisione che rappresentò dapprima un evento aggregante per i locali che la possedevano e successivamente, con la diffusione in tutte le abitazioni, un invito a rinchiudersi fra le mura domestiche; oppure il diffondersi di mezzi di trasporto a motore e la nascita di nuovi locali, più moderni e con maggiori disponibilità, alternativi ai tradizionali luoghi di ritrovo.

Più in generale l'avvento del consumismo comportò un ripiegamento nella sfera privata ed una contestuale flessione agli inizi degli anni '60, dei soci e dei frequentatori e conseguentemente delle entrate.

Per sopravvivere non era sufficiente ricorrere al volontariato nei vari servizi e fu così presa la dolorosa decisione di locare il salone che era stato il centro di ogni iniziativa culturale e ricreativa.

E' di quegli anni,peraltro, la costituzione di due Associazioni, ancora oggi attive, che sarebbe riduttivo considerare ospiti per quanto hanno rappresentato e tutt'oggi rappresentano all'interno della nostra Società: il Viola Club Careggi, per anni leader nel tifo organizzato (memorabili le innumerevoli trasferte al seguito della Fiorentina che accomunavano tifosi e familiari, quest'ultimi in veste di turisti) e la Sezione Cacciatori che, fra una "padella" e l'altra, ha promosso importanti manifestazioni venatorie con unanimi riconoscimenti.

A partire dagli anni '70 la collaborazione con le succitate Associazioni, alle quali peraltro sono iscritti in maggioranza soci della SM.S., si è fatta sempre più stretta consentendo la realizzazione di feste e sagre che, oltre a rappresentare un'ineluttabile fonte di entrate sono unmomento di incontro con i vecchi soci allontanatisi dalla zona di Careggi.

Sono gli anni, fra l'altro,della crisi energetica e dell'austerity nei quali, dopo il boom del consumismo esasperato degli anni '60 si assiste ad una generalizzata presa di coscienza di un gran numero di persone soprattutto giovani, alla ricerca di valori come quelli rappresentati dal nostro sodalizio che vide un notevole incremento nel numero dei soci e dei frequentatori. E' di questi anni, fra l'altro, la costituzione di una squadra di calcio che partecipò, con lusinghieri risultati, ai più importanti tornei cittadini a livello amatoriale.

Negli anni '80, di contro, nonostante i miglioramenti e le innovazioni portate alla struttura si verificò un calo nelle presenze e nelle nuove adesioni con conseguente invecchiamento del corpo sociale. Tale situazione si è protratta fino alla metà degli anni '90, fin quando cioè, ma è già cronaca e non più storia,si sono registrate nuove consistenti adesioni, soprattutto di giovani, che lasciano ben sperare per il futuro del nostro sodalizio; all'inizio di questo secondo secolo di vita i soci sono 150.

Naturalmente gli ultimi lustri sono stati caratterizzati da un mutamento dell'esigenze della popolazione e di conseguenza anche delle attività della Società, oggi prevalentemente orientate allo svago nel tempo libero.

L'attività della nostra Società comunque continua oggi, con tutti i mutamenti che sono stati determinati dallo sviluppo del Paese e dal cambiamento del tessuto sociale ed economico del quartiere, ma con una sostanziale fedeltà alla sua tradizione e ai suoi ideali di fratellanza e di solidarietà che le danno ancora un posto importante nella vita del nostro quartiere e della città.

 

L'Archivio Fotografico Storico dell'SMS Careggi

 

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